mercoledì 14 novembre 2007

ANGELO NERO


Dialogo di Daniela Rindi


- Ieri mi è morto un bimbo di sei mesi tra le braccia…-
- Cosa?!…-
Dissi, girandomi verso la ragazza sconosciuta affianco a me. Stavamo entrambe appoggiate ad un parapetto di cemento, fumando.
-Si, sai…così piccolo non mi era mai capitato, non l'accetti… -
- Ma, com'è successo?-
-Stava giocando con il padre, all'improvviso ha cominciato a vomitare…è diventato bianco…e si è fermato il cuore…
Il fumo delle sigarette faceva degli strani disegni nell'aria tersa del mattino, la città sotto di noi si stava svegliando.
- Ma stava già male?-
- Aveva avuto un intervento al cuore appena nato, ma era andato tutto bene dopo…-
- Uno si augura di non vivere mai queste cose…-
Un orrendo luogo comune mi uscii da questa boccaccia! La ragazza dai capelli nero corvino, con occhi grandi umidi, però, continuò concentrata, come per togliersi un masso dal cuore.
- Quando ti succedono queste cose, te le porti dentro per un bel po'…finché respiri…credo-
- Ma sei un medico?-
- No un'infermiera, lavoro a Tor Vergata, reparto Terapia Intensiva-
- Ah, capisco…ne vedrai di tutte i colori?!-
Esclamai con un sorriso, per sdrammatizzare.
- Già…ma non questa…-
Dovrei tagliarmela questa lingua! Tanto escono solo stronzate! Che diamine… anche lei, cosa mi viene a raccontare? Ma chi l'ha mai vista? Poi, come se mi avesse letto nel pensiero
- Non dovrei raccontarti queste cose…scusami lo sfogo, è stata una nottataccia…ma tu che ci fai qui sopra alle cinque del mattino?
- Sono un'insonne…per non stare in casa a guardare la tele tutta la notte, o peggio, mettermi a stirare, vengo quassù e ammiro il panorama. E' bello!
- E tu?- Chiesi.
- Ho fatto la notte…stavo rientrando a casa, abito al terzo piano-
- Io all'ultimo e non ci siamo mai incontrate!-
- Hai una bella vista anche da lì?-
Per la prima volta mi sorrise.
- Si, ma da casa non è la stessa cosa…e poi rischio di svegliare la famiglia!
- Già la famiglia…-
Disse nuovamente laconica.
- Sei sposata, hai figli?-
Chiesi frettolosamente, perché avevo voglia di rientrare, cominciavo a sentire un po' di freddo.
- Si…- Rispose
-…Quel bambino era mio figlio…è morto questa notte...-
E il freddo fu totale. Il sangue mi si gelò dentro le vene, il cuore iniziò a farmi molto male…Chiusi gli occhi e sospirai forte. Anche l'aria si era ghiacciata.
- Io sento freddo, scendo un attimo a prendere un plaid….-
- Va bene…-Rispose lei.
M'incamminai verso la porta del lucernaio e come doppata, mi voltai.
-…Ne vuoi uno anche tu?-
Mi guardai intorno, movendo qualche passo…niente…sparita…Fissai lo sguardo alla balaustra di cemento…da quassù è molto alto…
-…Senti freddo anche tu, vero…?-

2 commenti:

Yamilka Noa ha detto...

Sai cara Daniela, di tutti i tuoi racconti é queste quel che mi ha colpita di piú, secondo me é il piu bello, il piú originale, é senza dubbio, unico.

Baci.

damielarindi ha detto...

mi piace scrivere racconti e tu sei la mia fan preferita!