lunedì 7 gennaio 2008

Milano 1975. I Mastini


I mastini si vestono di nero, con giubbotti e guanti, i ray-ban sul viso,
scarpe lucide, passo cadenzato, sguardo ceruleo e minaccioso.
Avanzano credendo di aver vinto, avanzano nascosti nella sera,
avanzano…
Sotto i portici il rimbombo dei tacchi, suoni forti, sono forti,
a far giustizia ci vuole poco quando sei padrone della città.
Un momento di debolezza, un momento di solitudine,
si vince facilmente non pensando da soli.
Un ragazzo, una piazza, una San Babila senza babele,
solo un gioco di parole per esprimere ciò che non c'è.
Arrivano, al passo, un tango deformato, disperato, rabbioso, geloso,
intorno alla vendetta.
Non c'è un volto, non c'è età, c'è solo una guerra non digerita,
l'affronto di un potere non riconosciuto, con il senso del macabro.
Un lento rosario di noia con la goffaggine del nulla, prende di mira
un bersaglio con paranoico sadismo, con l'odio di tutti i vinti.
Jeans scampanati, camicione, eskimo e capelli lunghi sono sufficienti
per spaccare un cuore.
Ora si tolgono gli occhiali, le maschere vanno giù, ora non ne hanno più
bisogno, sono sicuri di aver vinto.
Rimane il pianto silenzioso di una città, tanta gente con le bandiere rosse che
sventolano e quel vento di maggio che se l'è portato via.

2 commenti:

Yamilka Noa ha detto...

Forte Daniela,

Sei davvero Forte.

Baci.

damielarindi ha detto...

Adesso mi squaglio se continui a farmi complimenti! Grazie ti adoro!